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Chiochio

 

Buon appetito! Coniglio fritto e riso al sugo di funghi porcini. 

Sono zuppo d'acqua, visto che sono scivolato in una delle pozze gelide della grotta. Perché a volte è così lucida la nostra memoria. E perché a volte duole così il ricordo. (e perché a vent'anni si digeriscono anche i topi morti?).

 

La mia ultima uscita in grotta. Ma io non lo so. A parte tutto, quanto mi ha fatto pensare questa cosa. Insomma, c'è stata una prima volta per tutto. E lo sapevamo benissimo che era la prima volta. Ci siamo ubriacati. Per la prima volta. Abbiamo corso con il motorino, per la prima volta. Ci siamo baciati in salotto, e le ho toccato un seno, un giorno che i suoi non c'erano. E ci siamo sospesi nel vuoto, pregando Dio che tenesse. Per la prima volta. E abbiamo visto una persona morta e siamo stati lasciati da una donna che amavamo, per la prima volta, e abbiamo ferito a morte qualcuno che ci amava, per la prima volta, e siamo andati a sbattere con la macchina e siamo saliti su una nave, per la prima volta. E qual'è il punto? Ah. Che lo sapevamo, che era la prima volta. Lo sapevamo sempre

Invece l'ultima.

 

Il Chiochio è una bella grotta, fonda un cinquecento metri, dalle parti di Spoleto. Lame bianchissime, cunicoli, pozzi, laghetti d'acqua e laghetti di fango e pozzi, pozzi e ancora pozzi. Chiochio in spoletino vuol dire sfiga. E io non sono superstizioso. Ma non credo alle coicidenze. Credo alla sincronicità.

 

E io non lo sapevo che era la mia ultima volta. E vuoi sapere la verità? Non lo sappiamo mai. Ci penso quando mi guardo le nocche della mano destra, un po' deformate dal colpo. Ho un corpo storicizzato. Fa male, che piova o faccia il sole fa male, ma è una cosa bellissima. Mi aiuta a pensare. Mi ricorda chi sono. Finché non mi aiuterà a scordarmelo.

 

 (2001)